… tra le rughe del cuore

Minute after minute
glisso nella mia
più profonda catabasi
… con le palpebre friso
il framework di Chronos.
Ed intanto i décalage
vieppiù
più angusti diventano
e l’universo si defila
tra le rughe del cuore.
In questo modo
adesso
si librano
si adergono
i miraggi
di sogno
di viaggio
al di là
di aride dune
di incoscienza
… oggi
la mia anima, pure,
sciorina là, in alto,
e raggiunge le organze
del mio pensiero.
Apollo biondi i suoi crini intarsia
sul mondo
intorpidito dalle tenebre evanescenti
e l’alba si dischiude
similmente ad una gemma
al ronzio delle api
… ed ecco
mi cullo
nell’anelito
di paradossali utopie
di illusioni metafisiche
di ancestrali inibizioni.
Perché mai
dovrei districare
le trascendenti sciarade del fato,
le poesie seppellite
tra le crespe oscillanti dei giorni
le reminiscenze che al vagir del sole
simili a fate morgane vibrano
… così
similmente alla bruma che si fonde nel sole.
Bramo che un verbo
dall’infinito approdi
da pianeti ove ogni cosa
come gelo si sciolga.
Il maestrale
in questa notte che sfuma
imperversa violento
e l’anima trova rifugio
dietro le finestre chiuse
…  oggi
altro se non nelle tue chimere
cerco la tua voce
delicata
la tua voce
che provocante
inizia a sussurrare il mio nome.
Madre Celeste
stammi vicino
tra i dolori del dilucolo
proprio quando
l’esistenza fa sgorgare ed estinguere
quanto più bramo
… proprio quando
là in alto
avverti lo spasmo della mia anima
da me sgorga una prece
sinapsi
di odio
di amore!
 
 

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