Mauro Montacchiesi

Arianna

Ineluttabile

il crepuscolare vespro dei giorni

si defila

oltre le più fantasmagoriche fate morgane

sorridendo

di soppiatto mi sbircia

richiamandomi

a Cloto a Lachesi ad Atropo

alle ciniche inseparabili mie

Cloto Lachesi Atropo

disperdendo

in mille e mille rivoli

i tremuli bagliori di gioia

che profondamente

intarsiar vorrebbero i miei pensieri

ed intanto Ecate

con la sua

scintillante acuminata immortale

falce d'argento

che il passato recider dovrebbe

anamorficamente illumina

le tormentose inquietanti chimere

i tortuosi anegressi meandri

del mio labirinto

intridendoli

degli orfici suoi magici strali!

*

Ardentemente intensamente

desidero bramo

luci chiare luci diafane

luci prive di turbamento

desidero bramo

nenie di vivaci irrequieti fanciulli

delicate armoniose soavi

vicino

al tepente crepitio

vicino

alle labirintiche volute di fumo

del vecchio mio caminetto

nel lento struggente calar della sera

intriso dell'inebriante fragranza

di sinestetici

viola bianchi lillà

anelo soltanto stordirmi smarrirmi

nel labirinto

di impazzite schegge di fantasie

nel labirinto

di insondabili barlumi di eterno!

*

Sono già tremule fioche

comparse le stelle

con lacerante dolore

ho reciso

il mio lacerante dolore

ho picchiato duro crudelmente

per fibrillare

il mio apatico asfittico cuore

solo un tempo indomito Prometeo

contro i più intimi inquietanti patimenti

assorto nel mio labirinto

dimensione priva di voci priva di suoni

dimensione priva di luci priva di colori

ho penetrato ho devastato

ho scosso a fondo la mia anima

ora muta ora inerte

non più disposta ad aprirsi all'amore!

*

Sta nascendo Venere

lezioso il suo espero ponentino

senza logica apparente

centrifuga il mio labirinto

in ghirigori bizzarri

in tourbillon ellittici

verso lidi esotici

verso lì proprio

verso di stelle trapunte

lagune dal mare aperto

ove nell'intimo respirare

ove impazzire

di fragrante salsedine

ove impazzire

di esotici boschivi patchouli mughetti

trasportati

da delicati zefiri

in un caleidoscopio

da miti alisei

ove insondabili arcani

come leggere trasparenti

organze di nebbia

il sacro esistere ammantano

verso lì proprio

verso luminose

d'amor pregne

verso di brezza intrise

d'amor e di sogno incantate

estive spiagge notturne

ove tu ed io

Arianna

luminosa Sirio

del labirintico mio firmamento

ove tu ed io

Arianna

Amore mio

momenti sublimi libammo

momenti sublimi

da allora unici

inseparabili compagni

di questo mio

saturnico

chissà karmanico

ormai solitario

labirintico viaggio!

*

Quando sinuoso

il tuo corpo vibrava

quando fremente

il tuo cuore come dinamite bruciava

accanto a me

infuocato rubino

mia inestinguibile fiamma

diventavo folle ardito Teseo

pronto a sfidare

le Amazzoni

il Minotauro

i Centauri

i Briganti di Saroni

o

Poseidone sul fondo del mare

pronto a sfidare l'intero universo

drudo verziere in fiore il mio labirinto

non conosceva dolore

libando scintillante l'immenso

libando inebriante l'infinito

decollava verso

vorticose rutilanti

nivee argentee dorate

di madreperla

iridescenti

galassie

insondabili aliene lontane

... chissà

forse fin dove

Parsifal

fiordaliso

candido

giglio

nella ricerca

del Santo Graal

nella ricerca

del senso della vita

di Dio

ineffabile

l'afflato

paterno

avvertì...

mentre flebili

i primi tenui lucori dell'alba

iniziavano

a strappare a scucire

della notte

le tetre intrecciate

gramaglie!

*

Pace serenità armonia

le dovevo a te

luminosa Arianna del mio labirinto

a te che mi porgevi il filo

verso traguardi

altrimenti impensabili

altrimenti irraggiungibili

verso nuove conquiste

verso nebulose fantasie

di psichedelie folli remote

ben presto realtà

dove cogliere nuovi fiori

dai petali delicati rigogliosi

preziosi variopinti profumati

da innestare negli allor drudi giardini

del mio labirinto!

*

Senza te

è calato l'ineluttabile vespro dei giorni

il mio labirinto

oggi sembra il respiro

incerto ansimante

di un sonno eterno

di un sonno di solitudine

di un sonno che

frigide

ciniche

Cloto Lachesi Atropo

mi costringono a vivere da sveglio

senza mai

al sole

poter chiuder gli occhi

lacerante interminabile

catarsi dall'errore

dall'errore di averti lasciata su Nasso

sulla sciagurata mia Nasso!

Amore Dolce Arianna

Arianna Dolce Amore

cosa ho fatto?

Perché?

Dove sei???

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 












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Big hello to Joerg!!!
Mauro Montacchiesi, Anmerkung zum Gedicht

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